Alessandro suona la campanella di Casa Sollievo della Sofferenza: è la fine delle terapie
Alessandro suona la campanella di Casa Sollievo della Sofferenza: è la fine delle terapie
Una giornata che resterà nel cuore
Tre rintocchi. Timidi, ma colmi di emozione. Così Alessandro ha suonato la Campanella del Sollievo. Un gesto semplice, ma dal significato profondo: segna la fine delle sue terapie nel reparto di Oncoematologia Pediatrica.
Un viaggio difficile iniziato a otto anni
Alessandro aveva solo otto anni quando gli è stata diagnosticata una rara malattia del sistema immunitario. Da quel momento, la sua vita è cambiata radicalmente. Ha trascorso oltre un anno nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, tra terapie, esami, ricoveri e lunghi day hospital.
L’abbraccio della famiglia nel momento più atteso
Nel momento in cui ha suonato la campanella, Alessandro era abbracciato dalla mamma Concetta, con il sostegno del papà Raffaele. Una scena che ha commosso tutti. Un gesto che racchiude mesi di sofferenze, paure e speranze.
Le parole piene di gratitudine di mamma Concetta
«In questo periodo interminabile, Alessandro è stato molto forte e sempre collaborativo – ha raccontato mamma Concetta –. Nel suono di questa campanella riponiamo tutta l’ansia vissuta. Oggi siamo felici. Possiamo riabbracciarlo a casa, soprattutto accanto al suo fratellino gemello, che ha sofferto in silenzio insieme a lui».
La mamma ha poi sottolineato la bellezza e l’umanità del reparto: «È un posto magico. Qui abbiamo incontrato persone straordinarie, sempre disponibili e sensibili».
Il papà: “Abbiamo ritrovato il senso della vita”
Raffaele, papà di Alessandro, ha espresso immensa riconoscenza per l’équipe medica: «Se Alessandro ora sta bene e non ha più dolori, è grazie a loro. Ci siamo affidati a questi professionisti con tutto il cuore. In questo reparto abbiamo riscoperto il senso della vita».
Un futuro da riscrivere con speranza
Il suono della campanella rappresenta molto più di una fine: è un nuovo inizio. Per Alessandro, per la sua famiglia, e per tutti quelli che ogni giorno combattono battaglie simili. È una speranza concreta, che nasce dalla forza di un bambino e dall’amore senza limiti di chi gli sta accanto.