Carcere di Foggia, traffico di cellulari e droga : un agente agli arresti, un altro sospeso
Due agenti di polizia penitenziaria sono finiti nel mirino della giustizia per aver fatto entrare telefoni e schede telefoniche nella Casa Circondariale. Uno avrebbe anche introdotto droga in cambio di soldi
Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha fatto luce su un sistema di traffici illeciti all’interno del carcere di Foggia. Due agenti di polizia penitenziaria in servizio nella struttura sono stati raggiunti da provvedimenti cautelari: per uno si sono aperte le porte del carcere, mentre l’altro dovrà restare lontano dal suo ufficio per dodici mesi.
L’operazione è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e del Gruppo di Foggia, che hanno lavorato fianco a fianco con il personale della Polizia Penitenziaria. Le indagini coordinate dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale foggiano hanno coinvolto anche il Nucleo Investigativo Regionale per Puglia e Basilicata e il Reparto della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due agenti avrebbero violato ripetutamente le norme sulla sicurezza carceraria, introducendo nella struttura telefoni cellulari e schede sim destinate ai reclusi. Ma non è tutto: uno dei due indagati è accusato anche di aver portato all’interno del penitenziario sostanze stupefacenti, che sarebbero state poi vendute ai detenuti in cambio di denaro contante.
L’inchiesta ha portato alla denuncia di altre sei persone: cinque reclusi e un professionista esterno al carcere, tutti accusati di accesso non autorizzato a dispositivi di telefonia mobile.
Il caso solleva interrogativi sulla tenuta dei controlli di sicurezza negli istituti penitenziari e sul ruolo di chi dovrebbe garantire l’ordine e la legalità all’interno delle mura carcerarie.
