Parco nazionale del Gargano: nuova proroga per Pazienza
Parco nazionale del Gargano: nuova proroga per Pazienza
Il Parco nazionale del Gargano resta ancora senza un nuovo presidente. È arrivata una nuova proroga per l’attuale commissario straordinario, Pasquale Pazienza, che continuerà a guidare l’Ente fino al 30 giugno 2025.
Terzo incarico provvisorio per Pazienza
Pazienza aveva concluso il suo mandato da presidente il 7 agosto 2024. Subito dopo, il Ministero dell’Ambiente aveva firmato un primo decreto di commissariamento con scadenza fissata al 31 dicembre. Ora, con questa terza proroga consecutiva, l’incarico viene esteso per altri tre mesi.
Iter bloccato e nessun accordo sulla nomina
Il motivo della proroga è chiaro: manca l’accordo politico tra Ministero e Regione Puglia per designare un nuovo presidente. Sarebbe il sesto nella storia quasi trentennale dell’Ente. Prima di Pazienza, il Parco è stato guidato da Petrilli (Lucera), Fusilli, Gatta, Pecorella e poi dallo stesso Pazienza, originario di Foggia.
Commissariamento e proteste dal territorio
Il Governo, in attesa della tanto attesa “quadra” politica, preferisce mantenere lo status quo. Si continua dunque con una gestione commissariale che, secondo molti sindaci del territorio, ha portato solo isolamento e immobilismo.
Una recente sentenza legata al caso Villani ha colpito duramente i vertici del Parco, aggravando una situazione già tesa. Nonostante l’assoluzione dell’ex direttrice, la crisi di credibilità dell’Ente è evidente.
I sindaci: “Il Parco va rilanciato subito”
I primi cittadini del Gargano sono chiari: serve una svolta immediata. Il Parco deve tornare a essere una risorsa viva per le comunità locali. Un motore di sviluppo, un custode del paesaggio, un alleato delle imprese e dei cittadini.
Oggi, invece, regna l’esclusione: i sindaci, le associazioni e le imprese locali si sentono tagliati fuori. Nessuna condivisione, nessuna partecipazione. Una gestione troppo accentuata nelle mani di un solo soggetto.
Ultimatum al Ministero
“Non vogliamo più essere ignorati”, affermano i sindaci. Se non ci saranno segnali concreti e un vero cambio di rotta, i comuni garganici sono pronti ad abbandonare formalmente il Parco. Non si escludono forme di protesta pubblica e coordinate.
Nei giorni scorsi, gli amministratori locali hanno già espresso il loro dissenso verso un atteggiamento che definiscono “di totale disinteresse” da parte del Ministero. Il messaggio è chiaro: o si cambia, o si rompe.