FASANO – Una bambina di appena due anni lotta tra la vita e la morte all'ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari dopo essere stata brutalmente aggredita dal pitbull di proprietà del nonno. Il drammatico episodio si è consumato nel pomeriggio di mercoledì 18 giugno a Selva di Fasano, frazione del comune brindisino, scatenando ancora una volta il dibattito sulla pericolosità di alcune razze canine e sulla necessità di norme più severe per la loro gestione.
La piccola vittima ha riportato gravi ferite alla testa che hanno richiesto il ricovero d'urgenza nel reparto di Neurologia del prestigioso ospedale pediatrico barese. Anche la madre della bambina è rimasta ferita nel disperato tentativo di sottrarre la figlia alle fauci dell'animale inferocito, dimostrando un coraggio materno che ha probabilmente evitato conseguenze ancora più tragiche.
La dinamica dell'aggressione
Secondo le prime ricostruzioni effettuate dalle autorità competenti, la bambina si trovava in compagnia dei familiari quando, per cause ancora in corso di accertamento, il pitbull di proprietà del nonno ha improvvisamente aggredito la piccola. L'attacco si è concentrato sulla zona della testa, la più vulnerabile e delicata per un bambino di così tenera età.
L'intervento immediato della madre, che non ha esitato a mettere a rischio la propria incolumità per proteggere la figlia, è stato determinante per limitare i danni dell'aggressione. La donna ha infatti affrontato a mani nude l'animale inferocito, riportando a sua volta ferite durante la colluttazione ma riuscendo a liberare la bambina dalle fauci del pitbull.
La corsa contro il tempo
I soccorsi sanitari, allertati immediatamente dopo l'aggressione, hanno trasportato d'urgenza la bambina presso l'ospedale “Perrino” di Brindisi. Qui i medici del pronto soccorso pediatrico hanno effettuato una prima valutazione delle condizioni cliniche della piccola paziente, valutazione che ha evidenziato immediatamente la gravità del trauma cranico subito.
La decisione di trasferire la bambina presso l'ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari è stata presa in considerazione della necessità di cure specialistiche che solo una struttura di eccellenza come quella barese può garantire. Il nosocomio pugliese è infatti riconosciuto a livello nazionale per il trattamento dei traumi pediatrici più complessi e dispone di équipe mediche altamente specializzate nella neurochirurgia pediatrica.
Prognosi riservata ma speranze di guarigione
Attualmente la bambina è ricoverata nel reparto di Neurologia dell'ospedale barese, dove è sottoposta a monitoraggio costante da parte del personale medico. Gli accertamenti diagnostici eseguiti – tomografia computerizzata e risonanza magnetica nucleare – hanno fornito un quadro clinico che, pur nella sua gravità, lascia spazio a caute speranze.
I medici che seguono il caso hanno fortunatamente escluso lesioni cerebrali di particolare gravità, anche se la prognosi rimane necessariamente riservata considerando la tenera età della paziente e la delicatezza della zona colpita. L'équipe medica mantiene un atteggiamento di cauto ottimismo sulle possibilità di completo recupero della bambina, pur sottolineando la necessità di proseguire le osservazioni cliniche per escludere eventuali complicazioni tardive.
Sequestrato il pitbull, indagini in corso
L'autorità giudiziaria competente ha immediatamente disposto il sequestro dell'animale responsabile dell'aggressione, mentre la posizione del proprietario del pitbull è attualmente al vaglio della Procura della Repubblica di Brindisi. Gli investigatori stanno verificando se siano state rispettate tutte le normative vigenti in materia di detenzione di cani appartenenti a razze considerate potenzialmente pericolose.
Le verifiche riguardano in particolare il rispetto degli obblighi di legge: uso della museruola in luoghi pubblici, guinzaglio di lunghezza adeguata, stipula di polizza assicurativa specifica per la responsabilità civile. Sono inoltre in corso accertamenti sulle condizioni di custodia dell'animale e sulla presenza di eventuali precedenti episodi di aggressività.
Il dibattito sulle razze pericolose
L'episodio di Selva di Fasano riaccende inevitabilmente il dibattito nazionale sulla gestione di cani appartenenti a razze considerate potenzialmente pericolose. I pitbull, originariamente selezionati per combattimenti, mantengono infatti caratteristiche fisiche e comportamentali che li rendono particolarmente pericolosi quando non adeguatamente controllati e socializzati.
La tragedia sfiorata dalla piccola vittima solleva interrogativi sulla necessità di norme più severe per la gestione di questi animali, soprattutto quando vengono a contatto con soggetti particolarmente vulnerabili come i bambini. La famiglia e l'intera comunità di Selva di Fasano attendono ora con ansia l'evolversi delle condizioni della bambina, nella speranza che questo ennesimo episodio possa servire a sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema che troppo spesso viene sottovalutato fino a quando non si trasforma in tragedia.